INSTALLAZIONE AL MUSE TRENTO
Dal 18 Luglio per tre mesi è possibile vedere l’installazione ‘Lavoro Sporco’ di Piero Cavagna e Giulio Malfer presso il Muse, Museo delle Scienze di Trento. Estrapoliamo alcune foto ed il testo che è anche pubblicato sul sito www.nomecollettivo.it che è il nuovo soggetto artistico che fa riferimento ai due fotografi.
‘Lavoro Sporco’ è un progetto di comunicazione visiva sull’agricoltura trentina, sui suoi protagonisti che vuole riconoscere a questo settore primario dell’economia la sua valenza e la sua importanza strategica, raccontandone la sua trasformazione inserita nelle dinamiche di evoluzione della società contemporanea.
Il lavoro è frutto di una ricerca, commissionata dal Dipartimento Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento. Questo corpus di immagini rappresenta una minuziosa operazione di documentazione sul campo realizzata a cavallo degli anni 2012/13.
Con l’occasione dell’Expò internazionale di Milano 2015, il Muse, Museo delle Scienze di Trento, ha voluto una nostra installazione di diciotto immagini selezionate dalle trecento che fanno parte di ‘Lavoro Sporco’.
Le donne e gli uomini che hanno posato davanti al nostro sfondo neutro, completamente liberati da qualsiasi contesto ambientale, hanno recuperato una dignità primordiale, ponendosi come archetipi di una professione e di un modus vivendi. Mettendosi davanti al nostro obiettivo fotografico, senza finzioni, senza intermediari, senza filtri di sorta, hanno resa possibile, nella scia della lezione di August Sander con il suo Antlitz der Zeit, la costruzione di modelli universali di una tipologia sociale, in una sintesi perfetta di antico e contemporaneo, di fatica e leggerezza, di tradizione e visione del futuro.
Un mondo colturale diventato un modulo culturale: spogliati dalla retorica del sentimentalismo decorativo e del pittorialismo di maniera, dalla simulazione di una falsa naturalezza e dalle suggestioni del marketing di promozione del territorio, sempre più spesso condensato di luoghi comuni di concetti standardizzati.
Posando così come sono nella realtà quotidiana, scalzi, sporchi, sereni, con o senza i loro attrezzi ed oggetti della loro quotidianità, sono stati capaci di far emergere, in modo trasparente e inequivocabile, una straordinaria chiarezza di informazioni visive, una narrazione insuperabile di un mondo, insieme, antico e moderno, con radici profonde e i pensieri oltre le nuvole._nomecollettivo