PORTRAITS
Una luce arancio avvolge tutto, inizia un tramonto di mezza estate. Presidio ‘NoDalMolin’ Vicenza. Persone sedute che parlano della loro giornata. Zanzare che ti circondano. Automobilisti che passano gesticolando contro. Ed ecco che un uomo, a dorso e piedi nudi con in mano un annaffiatoio che va su e giù per il campo ad abbeverare delle piantine che nessuno considera importanti. È Turi Vaccaro, il pacifista. Si ferma incominciamo a parlare. Vorrebbe fare delle azioni pacifiste contro la base, mi dice, ma l’organizzazione lo tiene a freno, e questo al lui non piace, così, domani partirà per la val di Susa. Lì c’è più movimento.
Turi è un personaggio unico nel mondo del pacifismo, non ha etichette e la sua filosofia si rifà a due grandi suoi modelli David Henry Thoreau e Francesco d’Assisi.
Come il poeta “suprematista” e autore del ‘Saggio sulla disobbedienza’, che praticò un’esperienza robinsoniana sul lago di Walden , Turi è un “Uomo dei boschi”: rifiuta la civilizzazione della crescita materiale, il vero progresso è quello dell’anima, nell’arte e nelle relazioni umane, non quello della tecnologia per la potenza materiale ed il consumismo.
Come Francesco d’Assisi, autore del cantico delle creature, Turi crede che noi siamo i custodi, non i padroni della Natura, per conto di Dio: il vero peccato mortale sarebbe distruggere in un pomeriggio quell’equilibrio ecologico che il Creatore ha messo insieme in quattro miliardi e mezzo di anni.
Non a caso il martello con cui ha fracassato i PC degli F16 di Wonsdrecht Turi lo ha comprato simbolicamente proprio ad Assisi: fa parte del movimento dei “Plougshares”, animato da molte suore americane sabotatrici di missili.
Alcune note sparse biografiche di Turi Vaccaro.
Nato in Sicilia 59 anni fa. Emigrato a Torino dove studiava filosofia all’università e lavorava alla Fiat come operaio specializzato in motoristica.
É stato anche uno dei primi obiettori alla produzione bellica: accortosi che il suo lavoro doveva servire ad assemblare componenti di un sistema di trasporto militare, ha preferito il licenziamento alla complicità nella predisposizione di strumenti di morte.
Nel 1981, si reca a Comiso incontrando l’amicizia dei tanti pacifisti arrivati nella cittadina siciliana per opporsi alla costruzione della base dei missili nucleari.
Organizzatore del “Cruisewatching”, cioè la vigilanza e l’inseguimento dei convogli dei missili americani che usavano la Sicilia per nascondere le proprie basi di lancio, era riuscito ad individuare il punto di disseminazione di Vizzini-Scalo (si fece allora per questo 4 mesi di carcere).
Nel 1986 Turi girò diversi i campi di “difesa popolare nonviolenta” europei per osservarne le modalità di azione e riportarle agli attivisti di Comiso. In quella occasione conobbe la sua compagna, Emmie Epker, da cui ha avuto una figlia.
Ultima sua azione nonviolenta:
Arrestato lo scorso 10 luglio, a Gela, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, nel corso delle celebrazioni per il settantesimo anniversario dello sbarco alleato a Gela. Oggi ha riacquistato la libertà. Il giudice, ha accolto la tesi difensiva, nella quale, si sottolineava che Vaccaro, in quell’occasione, compì un atto di resistenza passiva e non violenta e dunque non ci fu resistenza a pubblico ufficiale. Vaccaro, in tarda mattinata, ha lasciato la cooperativa antimafia di Partinico, in provincia di Palermo, dove stava scontando gli arresti domiciliari. Il processo è stato fissato per il prossimo 20 settembre. Proprio ieri, davanti al giudice, Turi Vaccaro aveva più volte ribadito che non era sua intenzione salire sull’auto della Polizia durante la parata militare al lungomare ma che è stato costretto perché gli agenti non lo avrebbero mai fatto arrivare su un carro armato americano._Giulio Malfer