Paride Allegri

Paride Allegri

PORTRAITS

Nato a Collagna nel 1920, agronomo, padre del biologico in Italia.

Giovane sottotenente dell’aviazione, dopo l’armistizio raggiunge l’Appennino reggiano, dove organizza i primi nuclei Partigiani. Subito gli viene affidato l’incarico di guidare i Partigiani della pianura fino al Pò. Fino al 25 Aprile comanda una brigata di circa tremila uomini, la 76° Brigata Sap ‘Angelo Zanti’ di Reggio Emilia. Sono vari i suoi nomi di battaglia, Veltro, Atomo, Sirio, Juris. È artefice di centinaia azioni di sabotaggio, quando possibile, colpisce le strutture piuttosto che le persone. Nel dopoguerra si impegna nella costruzione, di fabbriche, mense popolari e della scuola popolare ‘Rinascita’. Nel 1948 si trasferisce per due anni in Sicilia per sostenere il movimento di occupazione delle terre e aiuta come perito agrario, lo sviluppo della locale agricoltura. <poi per vent’anni si occupa del verde pubblico per il Comune di Reggio Emilia ed approfondice e sperimente le tecniche biologiche e biodinamiche in agricoltura. Nel 1974, a Treviso, in occasione di un incontro di agricoltori biodinamici e antroposofi, uno dei presenti consegna a Paride un sacchettino contenente chicchi di grano trovati in una tomba egiziana, totalmente biologici. Grazie a infinite attenzioni, dopo alcuni anni di coltivazione riesce ad avere alcuni chili di quel grano, e lo affida a Ivo Totti affinchè lo consegni a un buon coltivatore, per la produzione e la distribuzione, (Alce Nero). Nel ‘78 costituisce Ca’ Morosini, un luogo di vita comunitaria sull’Appennino reggiano dove, negli anni decine di giovani di tutta Europa si sono fermati a sperimentare uno stile di vita sobrio e sostenibile. Nel 1985 è tra i fondatori del movimento Verde, per i quali diventa consigliere comunale e dopo i primi venti mesi, per il principio della rotazione, si dimette: sarà l’unico. Scrive diversi libri tra cui ‘Il viaggio di un resistente. Per un mondo fraterno senza armi e rispettoso del creato’ sua autobiografia.

DURANTE LA RESISTENZA SOGNAVO UN MONDO UNIFICATO DOVE L’UOMO

SI TROVASSE EFFETTIVAMENTE VICINO ALL’ALTRO UOMO.

SPIRITUALMENTE MI SONO SEMPRE RITENUTO UN CITTADINO DEL MONDO.

‘Sirio’ è il suo nome di battaglia durante la Resistenza?

Il nome Sirio è stato il quarto nome che mi sono dato nella Resistenza. In quanto ricercato dai nazisti e dai fascisti ogni volta che venivo individuato cambiavo nome. Dirigevo una vasta zona della Resistenza nella provincia dell’Emilia ho diretto quasi tutta la Resistenza della provincia di Reggio Emilia, a partire dalla città alla pianura fino alle montagne.

Quando decide di diventare Partigiano?

L’otto settembre per noi è una data fatidica, in quanto passammo dall’alleanza con in tedeschi alla guerra ai tedeschi, per cui ci fu una svolta gravissima, uno sconvolgimento generale, siccome l’Italia aveva dichiarato guerra all’America e l’America era venuta in Italia come nemico, diciamo così, ad un certo punto ci siamo trovati di fronte a due nemici, i tedeschi che ci imponevano la loro legge e gli americani che ci imponevano le loro bombe, quindi mi sono trovato assediato ed ho deciso di andare in montagna e non obbedire all’occupante tedesco in quando si proponeva i campi di concentramento come soluzione ai giovani. E l’8 settembre ho incominciato a resistere all’occupazione tedesca, avevo 23 anni ero nell’aviazione, soldato da tre anni, e mi sono trovato nella difficoltà di una scelta e ho deciso subito di schierarmi contro l’occupante tedesco, perchè si proponeva il dominio del mondo.

L’8 settembre che c’era l’ordine di presentarsi ai tedeschi sono andato in montagna, per incominciare a creare un’opposizione ai tedeschi, dopo un mese o due sono tornato in città, dove abitava la mia famiglia, ed ho incominciato ad organizzare gli amici della zona. Lì della città sono stato incaricato ad organizzare la Resistenza di tutta la pianura reggiana, che andava dal Pò fino alle colline, dal Secchia al Resa che sono i due torrenti che limitano il nostro territorio provinciale.

Ha avuto scontri con tedeschi?

Si, ho avuto parecchi scontri con tedeschi.

Dopo la Resistenza diventa un convinto pacifista- ecologica..

Mi sono diplomato in agraria a Reggio Emilia per cui avevo già un’idea della scelta fondamentale, perchè ritenevo fin da giovane, che fondamentale fosse la scelta della terra dell’agricoltura, come economia di base, perchè l’economia si basa su tre fattori il primario che è l’agricoltura, il secondario che è l’industria e il terzario che è il commercio, quindi ritenevo fondamentale dedicarmi al settore primario l’agricoltura, per non creare una piramide sbagliata. perchè la piramide che c’è al giorno d’oggi, è una piramide rovesciata, dove il commercio è la base, dopo il commercio c’è l’industria, e all’apice alla punta c’è ridotta a poche cose le forze che si dedicano all’agricoltura, per cui bisogna riportare la situazione nella sua giusta direzione, ritornare alla base fondamentale della vita agricola dei popoli, abbandonare le grandi metropoli, le grandi industrie, per sviluppare un’economia di villaggio, un’economia locale che sia liberatoria dal commercio.

È stato uno dei fondatori del movimento verde?

Si, sono stato anche un’iniziatore dell’agricoltura biodinamica, fin dagli anni ‘60, quando ancora l’agricoltura biodinamica non era conosciuta, anzi era ritenuta un’agricoltura retrograda. Noi abbiamo portato avanti il concetto di agricoltura naturale, nei tempi in cui l’industria chimica faceva da padrone nel campo della terra.

Cosa passa tra la scelta Partigiana combattente e queste idee pacifiste?

Anche durante la Resistenza amavo un futuro di fraternità, sognavo un mondo unificato dove l’uomo si trovasse effettivamente vicino all’altro uomo. Mi sono sempre ritenuto un cittadino del mondo, nello spirito.

Si… per cui la lotta armata scelta obbligata contro l’occupazione?

Si, contro l’occupazione, contro l’ingiustizia, contro l’oppressione, contro il dominio del potente verso il debole.

Una volta finita la guerra, la strada era quella della cooperazione mondiale fra tutti gli uomini perchè non sorgessero più attriti, odii o guerre tra i popoli, e venisse separata per sempre l’odio tra i popoli.

Io mi ritengo anche al giorno d’oggi non (solo) cittadino italiano ma innanzitutto la mia patria è il mondo, è il mio continente è l’Europa, e l’opera sanitaria è espressione di un mondo grande e unico.

I suoi sogni da Partigiano sono stati realizzati? È valsa la pena combattere?

È valsa la pena, nonostante che i risultati siano all’opposto, perchè noi sognavamo estremanente?? l’unità degli uomini, che non si facessero più le robe come i cannoni, che non ci fossero più eserciti, e oggi ci troviamo in una situazione di grande conflittualità di generale e locali, quindi c’è stata una svolta negativa nel mondo. Si è sviluppato ciò che doveva finire per sempre con la guerra mondiale seconda, quindi siamo ritornati al concetto di nazionalismo, che è la negazione di ogni sentimento fraterno.

La pace è durata…

Abbiamo tenuto fede ai concetti di portarli avanti e di svilupparli il più possibile.

La storia dei semi biologici?

Io ho avuto dei semi da un ricercatore in Egitto, aveva trovato in una tomba dei semi di grano, a un convegno di agricoltura biodinamica nel veneto, questo ricercatore cercava una persona sicura a cui affidare questi pochi grani nella speranza che nascessero. Allora venni scelto come persona sicura ed interessata a salvarli e a fare il possibile di stimolare la germogliazione. Avuti questi semi mi preoccupai di trovare un terriccio simile a quello che poteva essere nell’Egitto, nell’antico Egitto, quindi andai nel torrente di Reggio a cercare dei terreni ricchi di humus, di limo, misi insieme una certa quantità di terra, e la trasportai alla serra comunale del municipio, un luogo sicuro e protetto e lì preparai questo terreno che nella mia fantasia doveva essere simile al limo del Nilo. Misi giù grano per grano segnalando ogni seme con un bastoncino, ogni bastoncino a sud aveva un grano un seme quindi ho seguito giorno per giorno questa crescita. C’è stata si è sviluppata, ha germogliato, anzi al 99 per cento, e ogni seme era seguito con passione e da lì è nato tutto (il biologico italiano).

Casa pensa di oggi? dei giovani?

Ai gionavi dico di ragionare con la propria testa e. con più sentimento, di non lascirsi trascinare dalla falsa propaganda consumistica, e di liberarsi dal condizionamento del consumismo e, contare sulle proprie forze elementari. Lo so, non è facile.

CIAO SIRIO._Giulio Malfer