PARTIGIANI

PARTIGIANI

LIBRO

La copertina è rossa. Le pagine non sono numerate ma dedicate ognuna al volto e al nome, anche di battaglia, dei partigiani a cui l’artista fotografo Giulio Malfer ha dedicato la sua ultima pubblicazione: Partigiani. I primi piani del volume edito da Redframe sono loro e per loro. Per chi ha scelto di prendere parte alla lotta di Liberazione, riparando nelle montuosità italiane con armi impugnate per la difesa strenua di valori di libertà, uguaglianza e democrazia.

Un incontro profondo tra l’autore e quei testimoni esemplari di un tempo ancora vicino, accompagnato da «un obiettivo empatico. Un obiettivo che scava e rivela, che toglie il velo del non detto e che restituisce dignità sacrale alle persone incontrate», come ne scrive Mario Cossali.
Ogni scatto è intimo come un incontro fraterno. I volti ci stanno vicini. I testi riportano dall’intervista domande irrisolte e molte risposte, interrogandosi ancora sul passato come sul presente di un ricordo così sofferto e profondo.
Le testimonianze si susseguono e la prima è di Ultimio Pagani:
«Più volte mi sono chiesto se abbiamo fatto bene o male a scegliere la lotta armata e l’unica risposta che mi sono sempre dato è che non avevamo altra alternativa se non quella di ribellarci.
Altrimenti cosa ne sarebbe stato dell’Italia?»

Sorridono, abbassano gli occhi, ci sfidano dietro una coltre di esperienza a pensare «Si deve» pur parlandoci anche della mostruosità della perdita.
Alcuni sollevano immagini, portandosi più vicini al cuore e agli occhi le foto grigie ingiallite di chi è stato perduto negli anni di guerra. Così è per Giacomina, sorella della partigiana staffetta Ora, Ancilla Marighetto fucilata il 19 febbraio del 1945. La sua lapide è a Col del Tocco – Passo Broccone – Comune di Castel Tesino (Trento). Medaglia d’oro al valor militare alla memoria…

Generosa figlia del Trentino abbandonò la propria casa e la famiglia per rispondere all’appello della Patria a cui già il padre aveva sacrificata la vita. Unitamente al fratello maggiore divise i gravi rischi e i grandi sacrifici della lotta partigiana nella stagione più rigida e in zona impervia e pericolosa. Durante un rastrellamento, con uno sci spezzato da raffiche nemiche, si rifugiò sopra un albero. Individuata, scaricò la pistola sul nemico fino ad esaurimento delle munizioni. Catturata e sottoposta a sevizie e torture non si piegò. Offertale salva la vita purché denunciasse i propri compagni, rifiutava sdegnosamente sputando in faccia ai carnefici e gridando: «Ammazzatemi, ma non tradirò mai i miei fratelli.» Il piombo nemico stroncò la sua eroica esistenza.

Le esperienze di cui parlano le interviste sono innumerevoli e descritte senza approsimazione, nelle date e nei luoghi che oggi attraversiamo nella pace della natura. Lo scenario dei boschi, dei rumori soffocati, dei passi nella boscaglia secca, delle fughe e degli spari nei prati innevati dove era impossibile sparire, gli interrogatori e la morte dei compagni di cui è troppo lungo elenco.
Parlano anche del presente. Molti di loro hanno continuato a stare sulla prima linea di nuovi fronti impegnandosi incessantemente per gli stessi ideali, così per Carlo Lizzani, partigiano a Roma, oggi regista di chiaro impegno politico sociale, autore di Aktung Banditi, tra gli altri. O Paride Allegri tra i fondatori del movimento verde e pioniere di un nuovo pensare l’agricoltura biologica nelle prime ricerche in questo campo. Non sbaglia De Luca a scriver di loro:
«Queste facce sono quanto di meglio ha prodotto il 1900 in fatto di fisionomie. Insieme a quelle anonime e perdute dei nostri emigranti sono la mappa geografica della resistenza umana alle oppressioni.»

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iBORDERLINE.NET // Foto di Giulio Malfer: Ultimio Pagani, partigiano comandante; Giacomina Marighetto, sorella della partigiana “Ora”; Paride Allegri (Sirio), partigiano comandante / Citazioni tratte dal libro fotografico Giulo Malfer, Partigiani. Uomini e donne che hanno lottato per la libertà e la democrazia, Redframe, 2010. / Hyperlink: testi di Mario Cossali ed Erri De Luca anche in Fondazione Museo Storico del Trentino.