ORANTI

ORANTI

LIBRO

Il 24 giugno presso la sala S.Francesco del convento Padri Cappuccini di Rovereto c’è stata la serata di presentazione del libro ‘Oranti’. Libro a cura di Gianpaolo Armani e Giulio Malfer. Il progetto è stato una sorte di percorso spirituale che ha interessato diversi conventi del Trentino. Il tema centrale del libro è la preghiera, strumento indispensabile per ogni religione o credo. Alla presentazione è intervenuto don Marcello Farina, che ha tenuto una piccola lezione su quello che rappresenta la preghiera specialmente per la religione Cristiana. Di seguito uno stralcio del suo intervento.

‘Il titolo del libro ‘Oranti’, mi sembra straordinario xchè nelle sua semplicità riassume un’intera grande stagione, quella del cristianesimo. L’orante una delle prime figure rappresentative d’arte che il cristianesimo ha prodotto già nelle catacombe. E poi sono davvero dell’idea che colui che ha fatto le foto, Giulio abbia toccato in qualche modo anche un’altro aspetto fondamentale, il libro presenta soprattutto volti e se c’è un’immagine oggi anche dal punto di vista culturale, che affascina e che sa dire tante cose, aldilà possiamo dire così, della semplice imagine questo è il volto. C’è un filosofo nel novecento, forse uno dei più grandi, Emmanuel Levinas, il quale imposta tutto il suo pensiero sul fatto che ogni esperienza umana comincia con un volto, anche quella di un bambino appena nato, appena apre gli occhi egli si trova su di se un volto quello magari dell’infermiere dell’ostetrica il volto della madre o del padre. Il primo incontro che ogni vita fa è di un volto e dal volto viene la responsabilità dice Levinas. Quando un volto ti guarda è come se ti chiedesse, tu non mio ucciderai, è uno dei più bei pensieri, credetemi del novecento, e Giulio ha lavorato tantissimo proprio sui volti. Si sono mezzi busti, anche figure intere, ma quello che emerge sono I volti. E poi in alcuni casi le mani, un altro grande elemento che dice l’umanità delle persone, il loro modo di essere. Anche le mani sono parte, potremmo dire cosi, della cultura mondiale, della storia, della filosofia. Anassagora diceva che l’uomo è tale perchè ha le mani, anche le mani per pregare, per invocare. Il Lavoro mi sembra bello anche per questo motivo, volti e mani, l’espressione più ricca dell’umanità, anhce secondola cultura di oggi.

E poi le preghiere contenute, delle quail ho ricavato Quattro dimensioni. Queste dimensioni sono il deserto, il silenzio che si respira attraverso questo libro, Il silenzio mi viene in mente una splendida frase del profeta Ausea … nel deserto, l’intimità il silenzio il tacere, sono una delle componenti dello stato d’animo che ci permette di pregare. Il secondo aspetto è la discrezione che non è una cosa da poco di questi tempi di tante urla, di tante proteste. Anche qui un passaggio biblico che mi sembra molto bello, l’esperienza di Elia sul monte, ad un certo punto si scatena la natura, il tuono il temporale, il vento impetuoso, ma Dio non era nel temporale, Dio non era nel vento impetuoso, poi alla fine una brezza leggera, ed Elia scopre che Dio era nella brezza leggera, è bellissimo anche questo passaggio, la preghiera chiede discrezione. Il terzo, una piccola eccezione alla discrezione, il grido, che fa parte della preghiera. Il grido del disperato del povero,  il grido di chi in qualche modo invoca un aiuto. E quì l’immagine è quella di gesù di Nazzare sulla croce. Il grido, gridò, e lì lamasabaktami, dio mio dio mio perchè mi hai abbandonato. Questo è il grido di tante donne e di tanti uomini, anche oggi che trova in questa modalità la forma della preghiera. E poi l’ultimo atteggiamento la benedizione. La preghiera è sempre un dire bene di Dio in modo particolare, e quì, mi viene in mente Adramo, e la sua capacità di ringraziare, di dire bene appunto di Dio. Queste Quattro dimensioni ho trovato nel libro, dico la verità, l’idea del silenzio. … e la distinzione che il cardinal Martini fa tra preghiera e preghiera cristiana, che è profondamente umana si potremmo dire che tutti pregano, atei compresi, perchè la preghiera non appartiene di per sè alla fede, alla religione, la preghiera appartiene alla spiritualità delle persone e tutti hanno una spiritualità, quindi tutti pregano…’ _ Don Marcello Farina