MOSTRA EX FABBRICA WHIRLPOOL
L’installazione ‘Esuberanti’ a cura di Piero Cavagna e Giulio Malfer, dopo essere stata montata presso lo spazio ex fabbrica Whirlpool di Trento, sarà esposta per un mese presso ‘Le gallerie’ spazio artistico del Museo Storico Trento.
Sono attualmente oltre 1600 le lavoratrici e i lavoratori cui la Provincia autonoma di Trento garantisce
un’occupazione attraverso un modello innovativo di lavori socialmente utili, il cosiddetto Progettone.
Un’esperienza unica in Italia, iniziata 25 anni fa, per dare una risposta concreta alla crisi di allora, offrendo
un lavoro, e quindi un inserimento attivo e responsabilizzante nella Comunità, ad alcune fasce deboli di cittadini che per motivi diversi lo avevano perso, in particolare quelli più vicini alla pensione.
Uno strumento che ha conservato la sua validità nel tempo, e che oggi vogliamo rinnovare per far fronte
alle sfide e ai bisogni del presente, valorizzando al meglio il percorso fatto fin qui, che ha interessato qualcosa come 7300 persone, di cui oltre 3200 persone portate alla pensione (quasi 130 ogni anno).
Il Progettone nasce nella metà degli anni ’80 in una fase di crisi occupazionale con le principali fabbriche
che chiudono o ridimensionano la loro presenza sul territorio. L’emergenza è anche ambientale, con la tragedia di Stava in primo piano. L’innovativa idea della Provincia autonoma di Trento riesce a coniugare ambiente, cultura e occupazione, dando inizio ad un vero e proprio progetto speciale, in accordo con le Organizzazioni sindacali, le Associazioni imprenditoriali e la Cooperazione. Il punto di forza della proposta è quello di inserire le persone espulse dal ciclo produttivo in nuovi posti di lavoro, attraverso i quali fosse possibile offrire servizi
e mansioni all’intera comunità. Non uno strumento di mera assistenza passiva, quindi, quello che venne immediatamente ribattezzato “Progettone”. Piuttosto una efficace leva per sostenere l’operato degli enti locali
nel settore della gestione, cura dei beni comuni, del patrimonio ambientale, di quello storico-culturale
e dei servizi alla persona, attraverso la valorizzazione del capitale umano, di donne e uomini che hanno ancora molto da dare, in termini di energie, professionalità, in una parola: lavoro.
Il sistema viene ufficializzato con l’approvazione della L.P. n° 32 del 1990, che istituisce il “Servizio Ripristino
e Valorizzazione Ambientale” con l’incarico di promuovere “la conservazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico, nonché la tutela e la valorizzazione delle attività turistiche, assolvendo nel contempo finalità di sostegno occupazionale”.
Nel corso degli ultimi anni vengono introdotte graduali ma significative modifiche, che riguardano, fra l’altro,
i requisiti per l’accesso e le modalità di inserimento lavorativo. Nel 2011 e 2012, sono progressivamente innalzate l’età di ingresso e l’anzianità contributiva minima necessaria:
si passa dai 45 ai 49 anni di età anagrafica per le donne e dai 50 ai 53 anni di età per gli uomini,
mentre l’anzianità contributiva, aumenta dai 10 ai 15 anni. La riforma del 2013 modifica nuovamente i criteri
di riferimento, pur conservando l’impianto generale dello strumento, al fine di rendere il Progettone sempre più aderente ai tempi, facendo sì che la sua sostenibilità venga conservata, pur in presenza di una crescita
delle domande. Ne deriva un doppio canale di inserimento:
uno, con contratti a termine, per i più giovani, sotto il profilo contributivo, ed uno più garantista, a tempo indeterminato, per i più anziani. Nella sua prima fase i lavoratori del Progettone sono stati impiegati soprattutto nell’attività di cura del paesaggio. E’ stata inoltre creata, prima in Italia, la figura dell’allora denominato “operatore ecologico” con compiti di animazione culturale in tema ambientale.
Dopo alcuni anni di funzionamento i servizi erogati sono stati estesi ad altri campi, in sinergia con i soggetti operanti sul territorio (Comuni, Comunità locali, Musei, Biblioteche, Centri di raccolta materiali,
Aziende di servizi alla Persona ecc.).
Le attività a cui vengono destinati le lavoratrici e i lavoratori del Progettone le vedete, in parte,
in queste pagine, grazie alle foto di Piero Cavagna e Giulio Malfer, che hanno interpretato,
con sensibilità e fantasia, il compito loro affidato.
Attualmente è in corso un processo per migliorare ulteriormente l’efficienza del sistema, lasciando peraltro inalterati gli impegni di spesa, al fine di garantire l’occupazione ad un maggior numero di soggetti. In definitiva, lo sviluppo di un welfare territoriale che sposa il sostegno al reddito ad efficaci politiche attive, mettendo al centro il lavoratore, ha permesso in questi anni di consolidare un modello di società coesa, inclusiva e solidale. Quel modello di società in cui i trentini hanno sempre creduto._GiulioMalfer