PORTRAITS
In occasione della mostra Diabolik esposta al Konteiner di Asiago, l’artista Cristina Stifanic ha prodotto diverse piccole performances tra cui ‘Pipistrella’ quì documentata.Le foto sono precedute da un testo di Amedeo Gheller, curatore della mostra, che analizza il lavoro dell’artista.
‘La prima sensazione è stata di sgomento: al Deposito 51 dell’Associazione culturale Kontiner la mostra Diabolik il Re del Terrore si è aperta forse nel modo più inaspettato; l’artista, Cristina Stifanič poco dopo le presentazioni di rito viene arrestata davanti agli astanti increduli.
Non resta ai visitatori e al moderatore che cercare di dare un senso alle grandi tele impreziosite da pattern caleidoscopici e cristalli Swarovski che ritraggono o riprendono i celebri personaggi della saga del Re del Terrore. Quello che si presenta ai nostri occhi è dunque un esercizio o gioco indiziario; chi si nasconde veramente dietro ai volti (o alle maschere) dei personaggi ritratti? Si perché è proprio l’espediente della maschera disindividuante che permette al celebre ladro di trasformarsi in chiunque personaggio a suo piacimento e che è una delle caratteristiche forse più innovative del fumetto creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel novembre del 1962; un personaggio assolutamente anticonvenzionale che, per quell’epoca, scatenò addirittura delle interrogazioni parlamentari.
Diabolik rappresenta l’emblema della natura anarchica e individualista, del conflitto tra individualità e società del ladro che ruba e non cerca la ricchezza; il prototipo degli antieroi dei fumetti. Le opere della mostra Diabolik Pop Ikon riflettono e amplificano il tema della maschera e della personalità, del dubbio e delle tecniche disindividuanti.
Le opere hanno rappresentato l’Italia in numerose ambasciate all’estero oltre che al museo nazionale del fumetto di Milano.
Alla fine l’artista è ritornata dalla breve e inscenata prigionia indossando una deliziosa maschera giapponese e, scherzando con i visitatori, ha incarnato il detto dell’Hagakure: “Le questioni più gravi vanno trattate con leggerezza e quelle meno gravi con serietà”._Amedeo Gheller