PORTRAITS
Mi chiamo Giovanni Barozzino sono nato l’11 ottobre 1964.
Sono stato assunto in Fiat nel 1996, praticamente sono quasi 17 anni ormai che… dovrei lavorare e ultimamente per le note vicende che tutti sanno, nonostante una sentenza del tribunale, non lavoriamo anche se abbiamo vinto la causa e riceviamo uno stipendio!
Io dico che ormai in un paese così paradossale come stiamo vivendo negli ultimi tempi, noi siamo l’ennesimo paradosso.
Dopo che il giudice ha accertato la verità, noi avevamo chiesto di tornare a lavorare in catena di montaggio, che non è il massimo della vita però come si rispetta e si deve rispettare sempre il lavoro, noi avevamo chiesto di accertare la verità. A seguito di uno sciopero unitario, voglio sempre ribadire, contro i carichi di lavoro perché da un lato l’azienda ha deciso di tenere un turno intero in cassa integrazione, e quindi pagati dalla collettività, mentre dall’altro ha aumentato la produzione senza aumentare un solo lavoratore sulle linee (mediamente del 10-12% adesso non ricordo nei minimi dettagli) e questo a noi sembrava paradossale, abbiamo chiesto un tavolo d’incontro come sindacato unitariamente e non ci è stato concesso dopodiché sugli altri turni si è cominciato a scioperare unitariamente.
Poi è arrivato il nostro turno di lavoro e hanno continuato gli scioperi per gli altri turni sempre per lo stesso motivo dopodiché c’è stata questa invenzione da parte aziendale, che per fortuna i giudici hanno accertato che non esisteva ciò di cui venivamo accusati, di aver bloccato volontariamente quei carrelli. Per ciò arrivarono tre lettere di licenziamento, aggiungo con un’accusa molto brutta che non fa parte della nostra cultura, non fa parte del nostro essere perché siamo stati, io dico sempre a chiunque, accusati da persone che parlano senza conoscere e giudicano, giudicati senza essere conosciuti, è sempre più brutto però abbiamo avuto la fortuna che i lavoratori di Melfi, i nostri compagni di lavoro che ci conoscono bene ci hanno dato una solidarietà senza è precedenti e ci hanno difesi e siamo usciti da questa brutta situazione però non fa parte della nostra cultura, noi alla fine chiediamo di tornare alla nostra attività e neanche questo ci vien concesso ed è brutto.
Loro, l’azienda, sono stati condannati per condotta antisindacale perché la Fiom ha fatto l’art 28 dello statuto dei lavoratori definendo la condotta antisindacale che è stata accertata in questa situazione. Condotta antisindacale però l’azienda ancora non vuole che entriamo in fabbrica ed è una situazione che non auguro a nessuno.
E’ vero che abitiamo in un paese dove i problemi sono tanti e noi è vero che prendiamo lo stipendio ma non possiamo lavorare e fare nulla. Ora dico una cosa che può sembrare banale: io dico che davvero il lavoro nobilita l’uomo. Ti alzi la mattina trovi i tuoi compagni e prima di iniziare a lavorare prendi il caffè e si inizia a discutere del lavoro, della partita etc. Questa è la vita delle persone semplici ma se ti alzi la mattina e sei disorientato, non sai cosa fare e cosa ti aspetti, non lo auguro a nessuno.
Noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere, io dico sempre per far capire la sintesi di quel che voglio dire, che in 16 anni in cui ho lavorato ho fatto al massimo 10-12 giorni di malattia di cui 6 o 7 giorni per un’operazione, perché io e noi abbiamo sempre rispettato il lavoro. Adesso questa mancanza di rispetto nei nostri confronti non è una bella cosa, ti toglie la dignità.
Ora si sono inventati che la Fiom non può rappresentare i propri iscritti e non solo i propri iscritti. Io voglio ricordare con orgoglio che la Fiom rappresenta il 60% mediamente dei metalmeccanici italiani se questo principio, che qualcuno vuol adottare cioè che in Italia non si può più dire no se si vuole rappresentare qualcuno, loro, l’azienda, non potrebbero più esistere perché io ad oggi credo che in Italia non ci sia un partito che rappresenti al 60% i cittadini anzi nemmeno la metà.
I nostri legali dicono che non è normale che non stiamo lavorando e stanno operando per far sì che noi possiamo rientrare a lavorare perché quello che ci preme di più è tornare alla normalità e al lavoro. Io lo dico sempre che non voglio che sembri una lotta tra 3 lavoratori e la Fiom contro la Fiat. Dal mio punto di vista, e me ne assumo le responsabilità, non deve essere un problema dei 3 lavoratori ma è un’offesa per tutti i lavoratori, per tutto il paese. Quindi le persone che giurano sulla costituzione che devono garantire i cittadini italiani nel rispetto della Costituzione secondo me dovrebbero fare molto di più, il loro ruolo è questo e sono votati e pagati per questo. _ Giulio Malfer / Claudia Avventi